sabato 16 aprile 2011

Just Mauied .... per   non   dimenticare .. mai!!

22 Dic'10. Paia Beach.
23 Dic'10. Road to Hana!!! Bagno nelle cascate. Pappagalli nella foresta. Giardini. Aperitivo a Baldwin. Cena Café des amis.
24 Dic'10. Khiei. Balene in barca. Cena Cafe' des amis.
25 Dic'10. Snorkeling Molokini. Big Beach a Makena ( spiaggia pazzesca). Littile Beach (nudisti). Aperitivo a Baldwin. Cena a casa ... tutto chiuso!!
26 Dic'10. Conosciuto Giampaolo hi tech surf. Lahina beach (surf belloooo). Town, shopping tshirt, costume
Bob Marley Francy. Negozio pazzesco poster vintage. Cena ceasar salad a casa.
27 Dic'10. Surf + prenotazione diving.!!! Cena Flatbread!!
28 Dic'10. Diving pazzesco Isola di lanai, cattedrale. Cena a casa distrutti 
29 Dic'10. Lahaina. Starbucks. Hookipa
30 Dic'10. Windsurf a Kanaha Beach Park L&F, alla grandeeeeee!
31 Dic'10. 3 ore windsurf poi casa. Tattoo. Valige. Cena Flatbread!
01 Jan'11. Big Island!!! Hotel royal kona resort da urlo. Suite ocean front. Magic Sand, spiaggia che scompare d'inverno. Cena in hotel con spruzzi di mare!!
02 Jan'11. Parco storico di Punuao, mostri di legno sul mare, tartarughe che si vanno a rifugiare tra le rovine. Vulcano. Visita dei crateri e del Centro che controlla l attivita' sismica. Foresta pluviale con pioggia vento e freddo. Merenda nella citta' piu' a sud degli USA. Pane di colori diversi. Assaggiati tutti gratis!! Frappe' di mango ghiacciato.
03 Jan'11. Hapuna, spiaggia sprttacolare 30 gradi sole onde di 4 mt a riva. Bar con smoothies buonissimi. Sera giro per Kona. Cenetta in Hotel. Lava Java. E' troppo bello non riusciamo ad uscire!!!!
STOP!! (Image Gallery)

mercoledì 16 marzo 2011

La Storia

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, 
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. 
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. 
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, 
questo rumore che rompe il silenzio, 
questo silenzio così duro da masticare. 
E poi ti dicono "Tutti sono uguali, 
tutti rubano alla stessa maniera". 
Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera. 
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone, 
la storia entra dentro le stanze, le brucia, 
la storia dà torto e dà ragione. 
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, 
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere. 
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia) 
quando si tratta di scegliere e di andare, 
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, 
che sanno benissimo cosa fare. 
Quelli che hanno letto milioni di libri 
e quelli che non sanno nemmeno parlare, 
ed è per questo che la storia dà i brividi, 
perchè nessuno la può fermare. 
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, 
siamo noi, bella ciao, che partiamo. 
La storia non ha nascondigli, 
la storia non passa la mano. 
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano. 

(Francesco De Gregori)

giovedì 10 marzo 2011

La legge contro gli sconti sui libri....non c'è mai fine al peggio

Mercoledì scorso il Senato ha approvato quasi all’unanimità – unici astenuti i senatori radicali – un disegno di legge sulla “Nuova disciplina del prezzo dei libri” promosso da Riccardo Levi, senatore del PD. La legge stabilisce che non si possano applicare ai libri sconti superiori al 15 per cento del loro prezzo. Soltanto in occasioni di speciali “campagne promozionali”, da effettuarsi per un periodo non superiore a un mese e comunque mai a dicembre, gli sconti possono arrivare al 20 per cento: ma in quelle occasioni, se vogliono, i librai possono sottrarsi all’applicazione degli sconti. I libri venduti “per corrispondenza”, cioè su Internet, non possono essere scontati per più del 20 per cento. La legge arriverà alla Camera nelle prossime settimane, dove anche quest’ultimo tetto dovrebbe essere portato al 15 per cento.

Le contraddizioni plateali di questa iniziativa sono due. Una è quella tra un intervento proibizionista come questo e tutte le chiacchiere – anche quelle molto bipartisan – sulla necessità di riformare in senso liberale le leggi di questo paese. Ovvero tra la retorica della “rivoluzione liberale” di cui il centrodestra si riempie la bocca da anni – l’ultima volta pochi giorni fa, con la proposta di modifica degli articoli della Costituzione sulla libertà d’impresa – e un intervento smaccatamente statalista e regolamentatorio. Tra le liberalizzazioni e le “riforme a costo zero” promosse dal PD per sbloccare l’economia e incentivare i consumi, e un intervento che evidentemente imbriglia ulteriormente il mercato e avvantaggia tutti meno che i consumatori. Come ha detto nel suo intervento il senatore radicale Perduca:

«mi dispiace in qualche modo incrinare questa comunione di intenti, ma lo faccio perché credo vada consegnata alla storia della Repubblica italiana la resistenza di un minimo di approccio liberale e liberista nei confronti della sacra e santa unione tra editori, librai e le maggiori organizzazioni di rappresentazione degli utenti e dei consumatori, che non necessariamente sono passate alla storia per fare gli interessi degli stessi»

La seconda contraddizione è quella tra la sempre annunciata intenzione di rendere più accessibili la cultura e i libri e la pratica di impedirne l’abbassamento dei prezzi. Colpisce in particolare che gli editori – sempre pronti a difendere il regime privilegiato dell’IVA sui libri – si dimentichino improvvisamente l’argomento del contenimento dei prezzi per i lettori quando questo contenimento può essere offerto da imprese che gli sono concorrenti come le grandi librerie online. Perché di fatto, di questo si tratta: di una barriera corporativa di editori e librai tradizionali nei confronti dell’apertura del mercato alla concorrenza moderna delle librerie online, con i benefici per i consumatori che sempre arrivano dai regimi liberi e di maggiore concorrenza. È un po’ come se l’apertura del mercato degli operatori telefonici si fosse accompagnata a un divieto di fare prezzi concorrenziali a quelli di Telecom.

C’è infine anche una comica faccia tosta negli argomenti con cui un provvedimento di questa invadenza è stato proposto e presentato come una legge a tutela e salvaguardia del sacro valore dei libri e dell’importanza dei loro lettori. I libri, ha detto in aula il senatore del PD Vincenzo Vita, sarebbero minacciati “dall’arrivo dei grandi ipermercati” e dalla “vendita online”, perché se “si fa la vendita su grandi colossi come Amazon, vedremo sparire una parte qualitativa della cultura italiana, della cultura migliore del villaggio globale” (sic). Non è chiaro in che modo Amazon minacci le vendite e la diffusione dei libri anziché incentivarle. Non è chiaro perché far sì che i libri costino di più e che il loro prezzo sia vincolato dalla legge possa facilitare la loro vendita e la loro diffusione. Soprattutto non è chiaro in che modo questa norma prepotente possa avvantaggiare chi i libri li compra e li legge.

È chiarissimo, invece, che questa norma avvantaggia chi i libri li vende. Molti tra questi, almeno: ché le difficoltà di molte librerie sono indubbie, ma non si risolvono con misure protezionistiche, né si trattiene così il cambiamento. La norma avvantaggia chi è allergico alla concorrenza, ai rischi e alle opportunità che questa comporta. Avvantaggia chi – in tempi tempestosi in cui la salvezza può venire solo dalla duttilità e la disponibilità all’innovazione – vuole garantirsi una sopravvivenza a danno dei libri e di chi li legge. Gli stessi promotori di questa norma hanno detto più volte che la legge è stata scritta a più mani, insieme alle associazioni dei librai e a quelle degli editori. Si tratta naturalmente di un’operazione legittima, purché lo si dica apertamente: questa legge è un favore ai librai e agli editori, ingiusto e inopportuno, il cui risultato è scongiurare che i libri siano più facili ed economici da comprare e leggere.